PREMESSA
La Exit Strategy, in italiano piano d’uscita, consiste nella vendita da parte dell’imprenditore della propria società ad un’altra azienda.
Solitamente corrisponde al momento di riscossione degli investimenti fatti, ed è come se in quel momento la startup passasse ad una fase successiva della sua vita.
Capiamo meglio insieme di cosa si tratta.
COSA SI INTENDE PER EXIT STRATEGY?
La Exit Strategy consiste nella vendita da parte dell’imprenditore della propria startup ad un’altra azienda, guadagnando sulle quote in suo possesso.
Ovviamente è anche il modo per gli investitori di avere il ritorno sul proprio investimento.
Per questo motivo, non sempre la Exit Strategy è associata ad un concetto negativo, ad esempio un ipotetico fallimento della startup che costringe l’imprenditore a chiudere o vendere.
Infatti, a volte rappresenta l’opportunità per imprenditori, startupper o investitori, di raggiungere gli obiettivi di profitto che si erano prefissati.
Per capire meglio, possiamo fare l’esempio di Trivago, nel 2012 era una startup molto conosciuta con oltre 600.000 hotel ecc.
Expedia era il suo rivale americano, per questo decise di acquisire il 61% delle quote di Trivago.
Quando è il momento migliore per fare la Exit Strategy?
Non esiste un momento preciso per fare la Exit Strategy, ma sicuramente, come già visto, va decisa prima di avviare l’attività, e non va fatta solo quando si è vicini al fallimento.
La Exit Strategy è come se fosse una trasformazione o transizione e per questo è importante deciderla fin da subito, ovvero inserendola anche nel business plan.
Perché è importante fare la Exit Strategy?
La Exit Strategy è importante poiché arriva un momento nello sviluppo dell’azienda, nel quale quest’ultima è diventata autosufficiente.
Da questo momento si può attuare la Exit Strategy per avere un ritorno economico.
È infatti importante impostare la Exit Strategy prima di avviare l’attività anche perché bisogna ripagare gli investitori, poiché gli investitori hanno il loro guadagno quando l’azienda viene venduta.
Esistono anche alcuni imprenditori decidono di mantenere la loro azienda acquistando le quote degli investitori.
I VARI TIPI DI EXIT STRATEGY
Solitamente la Exit Strategy viene decisa prima ancora di aver avviato l’attività.
Esistono però diverse tipologie di Exit Strategy, diversi modi di cedere le quote della società:
Acquisizione, solitamente la tipologia più utilizzata.
In questa tipologia viene venduta la startup ad un’azienda più grande, che lo fa per trarne il maggior profitto possibile.
Le persone che lavoravano nella startup potrebbero continuare a lavorarci.
Fusione ed acquisizione, è simile alla tipologia precedente, in questo caso l’azienda più grande acquisisce le startup tramite fusione.
Solitamente questa tipologia viene attuata con l’obiettivo di essere più competitive sul mercato.
Ad esempio, WhatsApp è proprietà di Facebook ma continua ad operare come prima, non è cambiato il suo ruolo.
Mercato azionario, qui nessuna azienda acquisisce un’altra, semplicemente la startup è cresciuta a tal punto da entrare nel mercato azionario.
Quindi la startup sarà in grado di proseguire grazie al capitale degli investitori.
AcquiHires, è la combinazione di acquisizione e assunzione (hires).
L’azienda che vuole acquisire la startup non lo fa perché è interessata tanto al prodotto ma più che altro per il team e le loro competenze.
È molto probabile però che i dipendenti, in questo caso, vengono trasferiti in un’altra azienda e la startup cessa di esistere.
Fallimento e chiusura, questo avviene solo quando la startup non fattura abbastanza da sopravvivere.
Mantenere la proprietà, ovviamente non rappresenta “un’uscita” vera e propria, poiché si decide di mantenere il controllo della società.
Questo può accadere se, per esempio, nessuna azienda è interessata a fare l’acquisto della startup, in ogni caso questa decisione può cambiare e l’imprenditore può scegliere una delle tipologie citate precedentemente.
Come scegliere la tipologia migliore?
Per scegliere la tipologia migliore di Exit Strategy, possiamo in primis analizzare i competitor, ovvero, guardare in passato aziende simili alla tua come hanno agito.
Inoltre, l’analisi dei competitor è importante anche per capire se hanno paura del tuo inserimento nel mercato e se quindi vorrebbero acquisirti.
In secondo luogo, è importante anche scegliere lo scenario, si tratta di decidere se si vuole continuare a gestire la propria startup o se si vuole vendere e pensare alla creazione di un nuovo business.
Infine, bisogna pensare a come rendere interessante la tua startup agli occhi degli investitori.